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Benedetta Spagnuolo, self portraits, contemporary art, arte contemporanea, collettiva, Majazè, Catania, Susan Musgrave

CARGO DI

ORCHIDEE

"La Sicilia" (20 Febbr. 2010) 

«Più che musica» è lo slogan più frequentemente usato per descrivere RockSuite, l’ultima creatura del Trincaria beat box. Una notte durante la quale le più svariate forme d’arte di fondono in un unico spettacolo per dare vita alla più multiforme esperienza creativa in cui potrete imbattervi.
L’esclusivo salotto mutante del Majazè si veste di suoni indie per accogliere l’ospite d’onore e d’eccezione: Susan Musgrave, scrittrice e poetessa canadese dalla vita turbolenta come un romanzo, autrice del «Cargo di Orchidee» (ed. Meridiano Zero). E un collettivo di artisti, animati dall’intento comune di renderle omaggio, ciascuno con il proprio mezzo d’arte si è attrezzato per tributarle un evento che si preannuncia carico di una profonda matrice mozionale e di multidisciplinari coordinate artistiche.
Si comincia con il concerto dei Long Hair in Three Stages (Giuseppe Iacobaci – voce; Fabio Corsaro – chitarra; Roberto Risicato – basso; Emanuele Finocchiaro – batteria), la band catanese che sul palco – dal vivo – si esibirà con tutto il suo repertorio (compreso qualche inedito finora mai eseguito).
Ed è proprio grazie a Giuseppe Iacobaci, il front man del gruppo, che Susan Musgrave ha deciso di raggiungere la Sicilia: «Siamo in contatto – spiega Giuseppe Iacobaci – perché sono il traduttore dell’edizione italiana del romanzo… Le ho raccontato via e-mail di voler organizzare una serata a lei dedicata e lei, follemente, mi ha scritto che sarebbe venuta personalmente a presentare il romanzo e incontrare i lettori durante il nostro live!».
Genio e sregolatezza per un’autrice che ha fatto della scrittura un’attività salvifica trasportando in letteratura una forma di tragicità altrimenti inafferrabile. La sua intensa attività letteraria è stata affiancata da un’esistenza vissuta a contatto con il lato più oscuro della società.
Con un marito narcotrafficante e un altro celebre rapinatore, Susan Musgrave è divenuta un’attenta osservatrice del mondo criminale. E "Cargo di Orchidee" è proprio una storia al limite del delirio, dai tratti talvolta grotteschi: un cinico flashback di una donna rinchiusa nel braccio della morte in attesa dell’iniezione letale, accusata di aver ucciso il proprio figlio.
La capacità letteraria di Susan Musgrave è tale da governare con facilità una materia dalla tragicità assoluta, imponendo una quasi inquietante serenità.
Un romanzo per stomaci forti, dove il dominio delle parole è totale. Una storia raccontata attraverso un perverso umorismo, vicino ai toni dei fratelli Coen, da una scrittrice che potremmo definire la caposcuola del "sadismo magico", una delle più grandi poetesse viventi. Un racconto dell’indicibile che dà voce senza retorica e senza pietà alle persone «sotterrate» nelle carceri.
A intervallare la performance live dei Long Hair in Three Stages e l’incontro letterario ci saranno i video visionari e allucinati di Giampaolo Sofia e i reading al vetriolo attraverso le voci narranti di Assya D’Ascoli, Ita Vasta, Sara Curcio Raiti, Roberto Sammito (alcuni degli speaker di Radio Zammù) e Sara Di Marco.
In esposizione le opere realizzate da numerosi artisti (pittori e fotografi) che hanno voluto raccontare per immagini il libro di Susan Musgrave: Valerio Bindi, Miriam Catania, Alessandra Castronuovo, Ornella Grech, Tiziana Iacobaci, Andrea Leone, Agata Lo Monaco, Giampaolo Sofia, Marco Sofia, Benedetta Spagnuolo, Fabio Speciale e Samantha Torrisi.

   

Articolo di Carla Condorelli

Cargo di Orchidee

Long Hair In Three Stages live + various artists meet Susan Musgrave

Sab 20 Febbraio 2010
Majazè, via Ursino, 6 (CT)
Opening: h.20:00

Collettivo di artisti animati dall’intento comune di tributare un omaggio di arte, reading & musica a Susan Musgrave, scrittrice e poetessa canadese dalla vita turbolenta come un romanzo, autrice del libro Cargo di Orchidee (ed. Meridiano Zero), ospite d’eccezione dell’evento Rocksuite.
In esposizione nel locale le opere realizzate da molti artisti che si sono prestati a raccontare per immagini il libro della Musgrave:
Benedetta Spagnuolo, Samantha Torrisi Agata Lo Monaco, Valerio Bindi, Tiziana Iacobaci, Marco Sofia, Fabio Speciale, Andrea Leone, Alessandra Castronuovo, Ornella Grech, Giampaolo Sofia, Miriam Catania.

Benedetta ha dedicato alla scrittrice e alla serata le opere: Wives#4, Frame#3 e Frame#4, accompagnate da un tratto del libro:

"Dicono che una pista è troppo e un chilo non è abbastanza; ne pippai un altro tiro, e un'ora dopo un altro ancora, e poi un paio per tirarmi su quando cominciai a calare.
Angel fu particolarmente irrequieto quella notte; quando lo allattai, credetti di sentire il suo cuore andare a mille. Temetti che la droga che avevo sniffato fosse passata nel latte, e allora smisi di allattarlo, ma questo lo mise ancora di più in agitazione, decisi infine di lasciarlo poppare, finchè non si addormentò con le labbra serrate sul mio capezzolo.
Ogni giorno Consuelo portava un altro involto di carta, e io continuavo a sballarmi; una sera scaldò un pò di cocaina e mi passò una pipa di vetro; fu quella la mia prima volta con il Basuco. A ogni tiro che inspiravo, pedalavo una bici fino alle stelle, poi planavo, in stato di paralisi, disegnando le coordinate esatte dell'eternità, chiedendomi in quale punto della strada avessi lasciato la mia mente. Da qualche parte in quell'universo di stelle che esplodevano e rottami di bicicletta che trovai la mia Daisy. Disse di essere colombiana (lo disse in tono di avvertimento), pronunciava il suo nome"dei sì". Portava delle scarpe con i tacchi a spillo che la facevano sembrare più alta, una maglietta rossa e dei jeans colorati con lo spray. Daisy volle provare la mia lingerie, e si tolse tutti i vestiti, ma neppure dopo, quando ci ritrovammo nude l'una accanto all'altra, si tolse le scarpe di cobra con i tacchi a spillo.
Accadde una volta sola: ero distesa sul letto con Daisy, completamente nuda ad eccezione del cucchiaino che portavo al collo, e Consuelo scattò le foto. Daisy sapeva essere dolce e rude allo stesso tempo, e mi piaceva essere toccata da lei proprio nel modo in cui avevo bisogno. Non ci avevo più pensato su, fino al giorno in cui il Pubblico Ministero non presentò le foto per dimostrare che tipo di madre ero. Una madre lesbica, dipendente dal crack. L'unica cosa che si vedeva di Angel era un braccio, la sua piccola manina che fuoriusciva dalla culla, stretta i un pugno. E' l'unica foto che possiedo di lui, e non si vede neppure il viso, non si vede se piangeva. Ma non stava piangendo, me lo ricordo, non l' avrei ignorato se avesse avuto bisogno del mio latte. Questo per la cronaca.
Lo so, adesso sembra che io lo scriva per difendermi, ma allora Daisy, non fu una cosa perversa, o immorale, solo una specie di tenerezza, e, suppongo, l'effetto delle droghe"

Dal libro "Cargo di Orchidee" di Susan Musgrave, tradotto da Giuseppe Iacobaci

 

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